Hai mai fantasticato creando storie (o abbozzi di esse) per una qualsivoglia ragione?

A me capita spesso, più volte al giorno. I motivi? Far passare il tempo durante una attesa, elaborare idee con il pensiero laterale, affrontare momenti di stress, mindfulness, per lo più.

Il mio filo conduttore? Lasciare libertà al flusso interiore che coinvolge cuore e mente: la creatività.

Se da ragazzino scrivevo con impeto la notte d’estate, oltre oggi scrivo la notte tutto l’anno: avere due figli piccoli con un ritmo del sonno “fantasioso” rispetto a quello che sarebbe il mio, genera in me attivazioni fulminanti di quel flusso accennato sopra.

Grazie a questa esperienza ho compreso come Salvador D’Alì utilizzava la tecnica della chiave sospesa: egli soleva sedersi sulla sua poltrona mantenendo tra le dita una chiave metallica, per poi addormentarsi. Nel momento in cui le membra si rilassavano e i sogni avevano principio, la chiave fungeva da sveglia cadendo al suolo e ridestandolo. Così, il maestro riusciva a fissare nella mente le fugaci immagini dei suoi sogni lasciando traccia sulle sue tele in quegli istanti, prima che i sogni potessero svanite nella memoria a breve termine.

La “chiave di D’Alì” al giorno d’oggi è per me la presenza dei miei due figli. Sono una chiave verso l’universo della mia creatività. Prima guardavo dallo spioncino oltre quel portone, da qualche anno a questa parte lo spalanco ed entro in mondi fantastici o realistici.

Ed ecco che giungo al punto: Oggi inizia la storia dello scrittore Alca. Quella pubblica, intendo.

Un autore di scritti, per essere tale, ha bisogno di almeno una fine che ponga un punto a una storia da condividere. E una “fine” non vuol dire che sia “fine” a se stessa: nella mia produzione artistica ho voluto avere ben presente “IL fine”. Lo scoprirai leggendo i contenuti che condividerò e spero che tu potrai apprezzarli, commentarli e ri-condividerli sui social che più apprezzi. Così aiuterai quel fine a divenire più realtà.

Prima sfida vinta nel primo articolo del blog: usare tre significati diversi della parola “fine” creando una delle peggiori cacofonie possibili. Prometto che non ne abuserò in futuro.

Il lavoro sulla prima pubblicazione è nelle sue fasi finali e le novità non lesineranno ad arrivare.

Come mi disse Filippo Losito (Scuola Holden) durante un nostro incontro: ogni accenno di storia merita di essere scritto, anche con poche righe appena nasce nella mente di ognuno di noi.

Io lo faccio come cura per l’anima. E sto bene.

Seguimi per scoprire le mie storie e perché lo pseudonimo Alca è il mio marchio per le opere artistiche.

Alca

PS: ogni giorno teniamo a mente che tra un inizio e una fine c’è sempre uno svolgimento. Sii il protagonista.


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