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Sinossi: 📖 In un pomeriggio autunnale di agosto, la Sala delle Chitarre del Condominio Solidale nascondeva un segreto. Tra strumenti a corda e conversazioni emozionanti, un piccolo faro di innocenza e speranza illuminava la stanza.
Ti sei mai chiesto come ci si sente a fare del bene per gli
altri?
Ti racconto della mia iniziazione nella cooperazione per fare del bene. In particolare tramite la realtà del Condominio Solidale “il Pane e le Rose”🏡 di via Bachelet 7 a Cernusco Sul Naviglio (MI).
Saprai a breve come Cristina e Paola abbiano riempito il mio cuore di positività e bontà.
In questo racconto c’è anche un personaggio segreto 🙀, che ti prometto di svelare.
Era il primo contatto per il progetto di promozione letteraria solidale di Alca: non avrei potuto aspettarmi inizio migliore.
Era un pomeriggio autunnale, sebbene fosse ancora agosto. La pioggerella cadeva continua e dava più noia per l’umidità che per il contatto bagnato che si percepiva nell’aria.
Avevo appuntamento presso la Sala delle Chitarre del condominio solidale. Il nome deriva dalla presenza di strumenti a corda, chitarre classiche ed acustiche, disposte su due file nella parete in fondo. Una di esse mi attirò al primo sguardo: la cassa armonica di legno turchese spiccava tra le altre “anonime” color abete naturale.
Le due padrone di casa mi accolsero con gentilezza e garbo. In un lato del tavolo, illuminato dal grigio cielo, si assiepavano quattro bicchieri e una bottiglia di vetro piena di acqua. Per me era un segno casalingo che mi ha messo subito a mio agio.
Conoscevo già Cristina, per fortuiti incontri nella comunità delle famiglie della città. Con Paola, invece, non vi era stata occasione se non tramite pochi messaggi scambiati tramite cellulare.
Con me arrivavano in quel luogo due copie di “Storielle Cuorelline”. Era sarebbe stato il tema dell’incontro. O meglio, quello era uno dei miei primi passi verso un orizzonte di collaborazione tra me, in veste dell’autore Alca, e loro due in rappresentanza dei condòmini solidali.
Quasi come ad un esame all’università, mi accomodai di fronte a loro.
Paola prendeva appunti sul suo fidato quaderno; poggiai vicino ad esso i fogli A4 di presentazione del mio progetto letterario solidale.
La conversazione fu subito emozionante: raccontai loro la genesi delle “Storielle Cuorelline”, la voglia di usarlo per fini solidali, fino alla prova sul campo di letture in compagnia dei miei piccoli figli.
Mi posero qualche domanda e un fiume di idee sgorgò durante la conversazione.
Cristina sfogliava e sfogliava il libro mentre la sua mente immaginava attività ludiche con cui collegarsi ai temi affrontati in esso.
Paola ragionava sulle modalità tramite cui raccogliere fondi per le attività del Condominio Solidale, tramite quel nuovo strumento da me “offerto”: le “Storerielle Cuorelline”.
Fu un’ora intensa e carica di buone intenzioni.
Fui felice, non lo nego. Mi ringraziarono per le proposte e mi condivisero commenti positivi sul “prodotto” che avevo loro consegnato: un seme da far crescere nelle loro mani per generare frutti da condividere.
Ciò che scrivo potrebbe apparire ai tuoi occhi un semplice riassunto di un colloquio. Ciò che ancora non sai, è che il contesto era il reale protagonista.
Ti svelo quindi, come promesso, il personaggio “segreto” di questa storia. Lo farò tramite un piccolo aiutante, un personaggio silenzioso, discreto, che era presente e che rappresenta un cardine su cui mi sono emozionato più del discorso affrontato sul libro e le collaborazioni. Aveva un sorriso appena accennato con le sue labbra, un nasino birichino e due occhi nocciola in cui ti saresti perso dentro in un istante. Il piccolo M. era il centro della mia attenzione emotiva, nella stanza delle chitarre. Bada bene: sono amante di quello strumento e ne vorrei a dozzine in casa solo per ammirarle e sfiorarle. Lì, invece, lui era un faro che emanava luce di innocenza e speranza per il futuro.
Giocava silenzioso vicino a noi e di tanto in tanto si avvicinava al tavolo attorno al quale sedevamo noi. Cristina era la sua boa di attrazione. Lei, mater generosa, lo coccolava e gli donava gesti di attenzione come solo una madre può esprimere. Quelle attenzioni semplici e deflagranti che al solo vederle il cuore si scioglie.
Ecco, la saggezza del sorriso di M., nella sua giovane presenza, comunicava tutto il motivo dell’occasione che desideravo potesse realizzarsi. Far sì che lui fosse uno di molti motivi che la comunità attorno al condominio potesse supportare e apprezzare. Sì, perché il condominio non è solo un luogo di accoglienza, è anche luogo di servizi verso il mondo esterno e di condivisione. Quella condivisione che, se fosse ovunque, farebbe del mondo un luogo migliore: ci permetterebbe di vivere in una condizione di paradisiaca convivenza.
Tra un pensiero condiviso e l’altro, M. sorrideva complice rispondendo ai miei saluti. La sua fiducia in Cristina era semplice e schietta. Si percepiva che tra i due scorresse una intesa profonda come un rapporto tra madre e figlio. Quel rapporto che sarebbe fantastico se fosse più comune e distribuito in più luoghi. Ma già apprezzarne quella unicità era per me un guadagno speciale per l’anima.
Lui in quel pomeriggio ha rappresentato per me una vittoria per la società grazie all’impegno di persone che vivono per il bene della comunità che ruota attorno.
Cristina, grazie anche al lavoro di Paola, creava un abbraccio verso la cittadinanza tramite quella relazione speciale con il gioioso M.
Un rapporto accogliente come un abbraccio materno.
Per questa ragione, quando decisi di produrre il mio primo libro come strumento solidale, pensai a Cristina e alla sua missione super-naturale (per non scrivere sovrannaturale) di fare del bene.
Il suo abbraccio materno metafora di ciò che avrei voluto realizzare con lo strumento di raccolta fondi del mio libro: sostenere e moltiplicare quei gesti che danno un senso al nostro presente, curando i semi per la società del domani.
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Come e quando le “Storielle Cuorelline” faranno del bene, solo il futuro ce lo racconterà. Ora nel presente, ciò che davvero conta è che tu possa agevolare questa finalità, prenotandone una copia da qui o dando un aiuto a tutte le figure come Cristina e Paola che accolgono il mondo tra le loro braccia.
Fai una visita a uno dei condomini solidali e fatti permeare dai valori che essi esprimono. Ti sentirai migliore.
Spero che tu possa quindi diventare migliore, facendo nuove azioni benefiche nel nostro mondo. Anche grazie al mio semplice racconto e alla complicità tra Cristina e M.
Clicca qui se vuoi conoscere meglio il Condominio Solidale “il Pane e le Rose”.
Buona vita a tutti noi!
Alca
"Tutte le storie hanno un inizio. Alcune hanno un fine."
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